Il panorama contemporaneo ci mette tutti i giorni di fronte alle problematiche derivanti dall’inquinamento dei gas serra nell’atmosfera. L’Europa è uno dei primi paesi impegnato nel raggiungimento del Net Zero ovvero l’equilibrio ecologico che permetterà di non aggiungere ulteriori inquinanti nell’ambiente e di interrompere il surriscaldamento globale. Sono molteplici le direttive e le misure presenti nelle nuove normative del Green Deal e nell’Agenda 2030 e toccano tutti i temi connessi alla sostenibilità economica, sociale e ambientale da raggiungere.
Riduzione dei consumi di energia negli edifici
In questo quadro quanto influenzano gli edifici e quali sono le principali misure di riduzione del surriscaldamento?
I rapporti della Global Alliance for Buildings and Construction presentati nella COP25 di Madrid dichiarano come le abitazioni, gli edifici e più in generale il settore dell’edilizia sia responsabile per quasi il 40% di tutte le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera.
Più di un terzo dell’inquinamento globale deriva quindi dal riscaldamento delle nostre abitazioni, dalla produzione di acqua calda per il nostro benessere e dal raffrescamento in estate. Le attività che consideriamo quotidiane sono quindi alla base delle trasformazioni del nostro pianeta e le analisi dimostrano quanto siano dannose per l’ambiente e allo stesso tempo per il nostro portafoglio. Poiché viviamo in edifici inefficienti, ci ritroviamo con una spesa media in Italia di circa 1600euro a famiglia per le bollette, che andrà peggiorando con le tassazioni sull’energia e a causa della fluttuazione dei prezzi del gas. Basti pensare che la spesa di un appartamento medio in classe A è di circa 4/5 volte inferiore alla media.
Viviamo, infatti, in edifici che per la maggior parte si classificano in una classe energetica molto bassa: la peggiore è rappresentata dalla classe G, e più sale l’efficienza, più si tende alla classe A4 fino ad arrivare a realizzare edifici nZEB (near Zero Energy Bluiding). .
Nel monitoraggio che portiamo avanti rispetto agli edifici sui quali lavoriamo per migliorare la classe energetica e riqualificare l’intorno urbano, abbiamo riscontrato personalmente per appartamenti di 100mq in classe G come nel 2021 pagassero circa 1700 di energia e come nel 2022, a seguito dell’intervento per arrivare in media in classe A2, arrivino a pagare meno di 300 euro di bollette compresi i rincari del gas dovuti alla guerra in corso..
Il risparmio in termini di CO2 immessa nell’atmosfera è anche maggiore. Guardando i resoconti Casaclima si può constatare come in classe G si producono dai 75 ai 65 Kg di CO2 per metro quadrato di appartamento all’anno, contro i 12 Kg di CO2 per metro quadrato/annuo in classe A.
Impatto ambientale delle demolizioni
Ampliando nuovamente l’orizzonte, per non limitare il problema della sostenibilità alle sole emissioni nei nostri usi quotidiani di case e automobili, possiamo in maniera tangibile iniziare a considerare gli edifici e i prodotti in relazione al loro ciclo di vita.
Tra i cicli presenti sul pianeta quello della costruzione e manutenzione degli edifici pesa per il 36% dell’intero consumo energetico globale, per il 50% delle estrazioni di materie prime e per il consumo di un terzo dell’acqua potabile. La demolizione e la nuova costruzione di un edificio producono più inquinamento di quanto si possa pensare. Può sembrare corretto immaginare la demolizione dei nostri edifici inefficienti dal punto di vista energetico a favore di nuove “architetture green”. Tuttavia, ampliando le vedute e confrontando i dati si nota come le emissioni create dal processo di demolizione e ricostruzione siano del 54% maggiori rispetto alla ristrutturazione e riqualificazione energetica di un immobile esistente. Il processo di costruzione comprende infatti la produzione dei materiali, come cemento, vetro, mattoni, plastica e metallo e non in ultimo il loro trasporto fino il sito di realizzazione. Inoltre i prodotti della demolizione andrebbero reimpiegati durante la nuova costruzione per evitare la loro trasformazione in rifiuti.
Ad oggi non è più possibile realizzare un’architettura con non tenga conto dell’efficienza energetica di un edificio tanto quanto della sua possibilità di essere costruito. Da Architetti siamo obbligati a dar forma a edifici in classe nZEB tendendo a costruire edifici a CO2 positiva, quindi in grado di assorbire più inquinamento di quanto ne si produca. Si stanno sperimentando interi cicli di vita a basso impatto ambientale e diventerà pratica comune e obbligatoria. .
Come mai esistono i bonus edilizi statali
Ripercorrendo i Patti Europei diventa semplice capire come mai negli ultimi anni si sono susseguite diverse normative come quella del Superbonus 110% che mirano a efficientare gli edifici. In particolare guardando gli aspetti positivi del Superbonus 110% abbiamo assistito ad una campagna mediatica che ha portato in primo piano il tema della riduzione del consumo dell’energia, sensibilizzando la popolazione a tutte le età. Non tutto poi gira intono ai consumi diretti e alle emissioni inquinanti immediatamente tangibili. Come anticipato non è possibile immaginare la Sostenibilità solo nell’aspetto della riduzione dell’energia che vediamo produrre dai nostri appartamenti, ma bisogna considerare tutti i fattori connessi. In questo quadro risulta molto più facile capire come mai esistano i bonus statali non solo sull’efficientamento energetico ma in generale su tutto il panorama che abbraccia l’abitazione, come:
- Il bonus ristrutturazione
- Il bonus mobili
- Il bonus antisismico
Tutte queste misure sono volte alla conservazione degli edifici, al loro mantenimento. Tra le politiche Europee esiste infatti una direttiva sulla riduzione del consumo di suolo, quindi sulla riduzione di terreni edificabili per nuove costruzioni a favore delle aree naturali che dal dopoguerra ad oggi sono state perse e cementificate. Il riuso del patrimonio edilizio è uno dei migliori modi per limitare sensibilmente l’impatto delle nostre azioni sull’ecosistema del pianeta.
CMQ - Architettura